Il Cane da Pastore Tedesco
C’ERA UNA VOLTA ... IL PASTORE
TEDESCO in queste pagine vogliamo parlare di una Razza
a cui siamo affezionati da sempre. Con il Pastore Tedesco siamo
cresciuti nella vita di tutti i giorni ed è stato lui
ad accompagnarci nel nostro cammino cinofilo. Non vogliamo parlarne,
presentando tutte le specifiche della Razza che sono ben spiegate
nei siti degli allevatori e in quello della S.A.S. - Società
Amatori Schaferhunde - (del quale sito metteremo il link per
dare l'opportunità a coloro che passeranno da qui, di
avere la focoltà di visitarlo per conoscere lo standard
e tutto ciò che riguarda quella parte del Cane da Pastore
Tedesco che noi non tratteremo). Vogliamo parlare di lui per
come lo abbiamo conosciuto, pur senza sottrarci alla doverosissima
introduzione della storia e alla presentazione di chi ha dato
la possibilità, a noi comuni mortali, di godere di questa
Grande Opera. Un Grazie di cuore quindi, ai sogni di Max Von
Stephaintz e alla loro realizzazione.
Friederich Emil Max Von Stephanitz
Come accade per le opere letterarie più
belle e più espressive, ricolme di sentimenti che animano
imprese incredibili al limite dell’impossibile, anche
per la venuta al mondo del Pastore Tedesco, l’ispirazione
è nata in uno scorcio naturale, durante una pausa lungo
il fiume Reno, di un soldato dell’esercito prussiano.
Quello che colpì il giovane soldato, fu l’intesa
profonda che esisteva fra due Cani, un Gregge e un Pastore.
Tanto rimase ammaliato da quelle scene (conduzione, arresto,
protezione, diligenza verso il lavoro e l’uomo), che non
aspettò di riflettere, per recarsi dal Pastore, offrendogli
del denaro per comprare almeno uno di quei Cani.
Il Pastore rifiutò ogni cifra.
Nonostante il passare del tempo, il soldato,
non più soldato ma Capitano di Cavalleria, non dimenticò
mai quel ricordo, e, anche se la sua carriera militare e il
rango sociale a cui apparteneva dettavano di restare ben ancorato
ad una vita di privilegi, Stephanitz dette retta al proprio
cuore; non ascoltò i consigli degli amici e dei colleghi
che lo invitavano a rimanere nei ranghi per non buttare all’aria
un futuro tanto roseo come era certo che sarebbe stato il suo,
viste tutte le circostanze che lo avevano portato, alla giovane
età di 34 anni, ad essere un ufficiale di degna considerazione.
E così, dopo essersi sposato con una donna che non apparteneva
al suo ceto ma che sicuramente amava, e da ella ebbe due Figli,
abbandonò l’esercito…
Perché?
Da quel momento in poi, non si dedicò ad altro che non
fu la selezione di un Cane da Pastore che divenne negli anni,
la razza più amata nel mondo.
Dalla Storia al nostro tempo:
sempre negli anni in cui Stephanitz decise di dar corpo al suo
sogno, altre persone cominciarono a vedere nel Cane da Pastore
un elemento da cui trarre piacere e profitto. Senza con quest’ultima
parola voler accusare nessuno di mero commercio, mi limito a
riportare alcuni fatti accaduti ben 111 anni fa.
L’economia del Paese stava mutando. Le persone iniziavano
a lasciare le campagne per andare a vivere in città;
cresceva un ceto borghese che si imponeva interponendosi fra
il nobile e il contadino/allevatore. Nascevano le fabbriche
e la realtà economica cambiava. Anche il Cane iniziava
ad occupare una diversa carica. Era sempre impiegato come guardiano,
ma dei depositi, e in più, per alcune persone, entrava
nelle proprie case. Per molti iniziò ad essere un compagno
di vita piuttosto che un semplice lavoratore dipendente. E forse
fu proprio in quel periodo, che il Cane assunse un ruolo che
nel nostro tempo è divenuto l’unico per la maggior
parte delle persone: un elemento di compagnia.
Nel 1891, due nobili signori: il Capitano Reickelmann-Danau
e il Conte Von Hahm fondarono la società Philax, un progetto
cinofilo che voleva dare, al Cane da Pastore Tedesco, un’impronta
differente da quella che si era modellata fino a quel momento.
Volevano si mantenere il carattere e mantenere un’impronta
lupina, ma siccome cominciava ad essere uso, vederlo nei giardini
e nei parchi privati, volevano anche dar un tocco di classe
alla sua estetica ipoteticamente discutibile: forte ed efficiente,
come la mansione chiedeva, però poco aggraziato. Era
questa una tendenza che probabilmente veniva dall’Inghilterra,
e che fu bene accolta dai ceti sociali più aristocratici
e dalla borghesia.
Stephanitz si unì al progetto pur se non approvava molto
tutte le linee di pensiero.
Non fu un’unione del tutto pacifica, e solo dopo tre anni
si accomiatò, dando vita in seguito all’associazione
di razza.
Facendo tesoro, comunque dell’esperienza nella Philax,
Stephanitz decise di documentarsi su tutte le linee dei Cani
da Pastore della Germania, per promuovere un esemplare che raccogliesse
in se armonia di movimento ed esemplarità di obbedienza.
Detta così, sembra quasi che volesse partorire un automa
in veste di Cane Lupo, e purtroppo se andiamo a vedere un po’
tutte le razze da lavoro, l’impronta è sempre quella.
Però non dobbiamo essere così categorici, perché
comunque egli mise una tale passione per compiere il Miracolo
del Pastore Tedesco, che non possiamo leggere solo la freddezza
di una tale espressione. Pensiamo invece alla selezione di un
Cane, docile e duttile (traducendo in termini tecnici), che
potesse vivere accanto a noi, condividendo famiglia e lavoro.
La ‘’S.V. - SchäferhundeVerein’’,
nasce il 23/24 aprile1899, durante la prima riunione dei soci
fondatori. La sua sede ufficiale sarà Augsburg.
Nota: nel 1902, l’S.V.
emise il primo numero dell’odierno ‘’Giornalino’’.
Uno stampato informativo che aveva il compito di rendere noto
ad allevatori e soci, il calendario delle esposizione e tutto
quello che era inerente alla selezione del Pastore Tedesco.
Usciva ogni 15 giorni ed era costituito da poche pagine.
Il Capostipide della Razza:
nell’anno precedente alla nascita dell'SV., ossia nel
1898, venne presentato il Cane ‘’Hektor von
Linksrhein’’, in un’esposizione ad Hannover;
Hektor è stato il primo esemplare della selezione ad
essere iscritto nel libro genealogico per le sue particolari
doti caratteriali e per la sua morfologia, che rispecchiavano
entrambe l’ideale delle aspettative di standard.
Iscrizione albo S.V. - ‘S.Z.
001 (SchäferhundZuctbuch001)’ http://databasepedigree.com/SZ/1/hektor-linksrhein-g.-horand-grafrath
Stephanitz lo acquistò e gli cambiò
il nome in: Horand von Grafrath (Grafrath è
il luogo in cui Stephanitz, comprò un appezzamento di
terra per allestire il suo allevamento).
Seppur un po’ rammaricato di non essere stato lui ad allevare
un tale esemplare, era comunque soddisfatto dell’acquisto
e, coadiuvato da alcuni amici fra cui Arthur Meyer che diverrà
in seguito il Segretario dalla S.V. di cui Stephanitz sarà
il Presidente (ricordo la nascita dell'S.V. nel 1899), iniziò
questa nuova tappa di un’avventura a dir poco memorabile.
Basti pensare che nel 1914 la S.V. contava già 6000 soci
e nel 1924, oltre 57.000.
La SchäferhundeVerein, è
da quell’anno, il 1924, l’associazione ‘’prima’’
in classifica mondiale per importanza.
La Razza: Perché nasce il Cane da Pastore
Tedesco?
Per scopi lavorativi.
Ricordiamo quanto accennato in capo al nostro discorso, riguardo
a cosa attirò l'attenzione di Stephanitz e da lì
come nacque il suo sogno - una visione armonica data dalla
grande socialità, duttilità e docilità
di due Cani da Pastore con il loro Compagno umano!
Il Cane da Pastore Tedesco, è stato quindi selezionato
nel tempo per accompagnare l’uomo nel lavoro, diventando
un membro importante del Nucleo.
I soggetti selezionati per arrivare all’idoneità
ricercata, dovevano essere di media taglia, forti fisicamente
e caratterialmente. La ricerca avvenne fra quelle varietà
di Cani che rispecchiavano tali caratteristiche e, i primi allevamenti
ad essere stati presi in considerazione, furono quelli del:
Cane da pastore del Wüttemberg, della Turingia e della
Svevia. Furono scelti soggetti, diversi nel mantello e nella
taglia, ma che avessero un’origine tipologica che potesse
portare all’ideale che già si stava delineando
nella mente degli allevatori di quel tempo.
‘’Hektor von Linksrhein’’ è
il frutto di questo lavoro.
Nella storia della selezione troviamo esemplari
impegnati nel lavoro del Gregge, lavoro che poi si lasciò
un po’ nelle retrovie, per far avanzare un impiego maggiore
tra le Forze dell’Ordine, tra i Nuclei di Salvataggio
e l’assistenza alle persone disabili.
Del tempo della sua nascita e di quello successivo, ben più
indietro però di quello odierno, mi piace pensare che
questo Cane fosse ritenuto un beniamino per molti, e mi piace
credere che non venisse trattato solamente come un Animale da
Lavoro.
Certifica questo mio desiderio: la mancata vendita dei due Cani
che hanno dato vita all’idea del Capolavoro ‘’Pastore
Tedesco’’; il fatto che venisse considerato ogni
esemplare che si univa alle Forze dell’Ordine come se
fosse un Commilitone a tutti gli effetti; e infine, che venendo
affiancato a persone portatrici di handicap, esse dovevano per
forza di cose tenerlo in casa accanto a loro, a strettissimo
contatto. Non dimenticando poi di elencare anche il tempo in
cui cominciò ad essere considerato non solo un aiutante
(Philax).
Soffermandomi
su quest’ultimo punto, ricordo che quando era bambina,
non era cosa normale, tenere il Cane in casa di taglia
grande (taglia superiore a quella di un Cocker, tanto
per intenderci). Di solito chi possedeva un Cane di una
certa mole, aveva un giardino oppure un terrazzo abbastanza
grande dove tenerlo. Si credeva che il Cane di tale taglia,
avesse bisogno di uno spazio di adeguata metratura per
vivere bene, e non aveva bisogno di altro che di qualche
banale cura; era grande, era forte, non era per lui lo
stare in casa. Sarà?! ... ma il mio ricordo è
pieno di tristezza ... tristezza che provavo quando il
mio York si sdraiava accanto alla finestra della sala
se le luci nella stanza erano accese e sentiva che eravamo
tutti lì … era il suo modo per stare con
noi … i miei Genitori, purtroppo non avevano a quel
tempo, una concezione del Cane come membro integrante
della Famiglia; gli volevano bene a modo loro, ma un Animale
è un Animale soprattutto se grande, e non può
vivere in casa.
Per fortuna con il passare degli anni, quando finalmente
riuscii a far valere le mie idee, aiutata da mio Zio Gianni,
l’ultimo dei nostri Cani ha avuto il permesso di
condividere, all’interno del focolare domestico,
anche momenti di intimità. |
Tornando alla Razza e alla sua selezione, quando
nel 1901 venne stilato il primo standard, esso fu composto da
punti chiave che esigevano la selezione dei soggetti nel rispetto
delle aspettative morfologiche e caratteriali dettate da Stephanitz
e dal Consiglio Direttivo dell’S.V.; in base a questo,
venne impostata anche un’attività di allevamento
disciplinata. I punti chiave successivamente vennero ampliati,
e tutti coloro che avevano l’ardire di voler includere
i propri soggetti nell’idoneità di razza, dovevano
uniformarsi a questi dettami.
Ogni anno, il Campionato Tedesco di Allevamento, era l’occasione
per verificare il lavoro svolto, e rivedere o aggiungere punti
allo standard.
I grandi nomi di alcuni soggetti
che sono stati determinanti per le direttive di Razza.
I Cani che con la loro impronta hanno delineato i punti
saldi del Pastore Tedesco:
- Morés Plieningen
in accoppiamento con Horand, nacque Hektor
von Schwaben Sieger1900/01
- Hektor von Schwaben
in accoppiamento con Lucie von Starkenburg
diedero alla luce Heinze von Starkenburg
- Heinze von Starkenburg
in accoppiamento con Bella von Starkenburg,
diedero alla luce Roland von Starkenburg.
- Roland von Starkenburg
Sieger1906; 1907 in accoppiamento con Gretel Uckermark
Siegerin1906 , diedero alla
luce Hettel Uckermark.
- Hettel Uckermark -
Sieger1909 in accoppiamento con Bella von der
Leine, diedero alla luce
Alex v Westfalenheim.
- V Alex v Westfalenheim SchH
III Kkl 1 in accoppiamento con Bianca von Reidekenburg,
figlia di (Flora Berkem SZ 25573 - 25
marzo 1911), diedero alla luce Erich
v Grafenwerth.
- Erich v Grafenwerth
SchH III; Sieger 1920; Campione del Mondo 1922 in accoppiamento
con Elfe vom Boxberg, diedero alla luce
Klodo von Boxberg.
- Klodo von Boxberg
Sieger 1925 Campione Americano SZ# 135239
Dal sito http://www.pedigreedatabase.com
|
In seguito alla Prima Guerra Mondiale, importanti
linee di sangue andarono perdute, ma l’indomito coraggio
degli esemplari impiegati in battaglia, fece di questo Cane
un beniamino per tutti, e invece di cadere nel baratro del dimenticatoio,
il Pastore Tedesco emerse a testa alta, e Stephanitz e i suoi
collaboratori, ricominciarono la nuova era di questo fantastico
Animale. Mantenendo sempre il gran carattere e le doti fisiche
di resistenza, il suo aspetto cominciò a cambiare: le
orecchie dovevano essere erette in segno di fierezza, la coda
doveva seguire la dolce linea dalla coscia e in caso di attenzione
non doveva arricciarsi sulla groppa; il manto era leggermente
più lungo e la statura doveva mantenersi entro certi
limiti.
"Erich von GrafenWerth"
Anno 1920 – il Sieger di nuova concezione
Per mantenere l’idoneità psico-fisica,
vennero annesse anche prove caratteriali. Il Pastore Tedesco
stava diventando una razza, con un crescente potere commerciale,
e da molti personaggi senza scrupoli fu proclamato base operativa
di un fruente mercato speculativo; essi allevavano senza alcuno
rispetto per lo standard e per ciò che riguardava le
malattie fisiche; per non parlare della scarsissima considerazione
per le particolarità caratteriali dei soggetti prodotti.
Fu così che nel 1921, venne introdotto obbligatoriamente
il “Körschein” –
ossia, un certificato che dimostrava la reale idoneità
caratteriale e morfologica del soggetto iscritto al libro genealogico
(Zuchtbuch).
Friedrich Emil Max von Stephanitz
“L’allevamento del Pastore Tedesco
è l’allevamento di un cane da lavoro,
o non è allevamento del Pastore Tedesco”.
Era questo un requisito essenziale/obbligatorio,
se il soggetto era destinato alla riproduzione.
Credo che sia l’odierna prova di selezione,
alla quale purtroppo però non viene attribuito lo stesso
giusto valore di quel tempo, ossia, questa serve unicamente
per far valere un ipotetico titolo di Campione di Lavoro, ma
la sua non presenza nei soggetti che ‘’un personaggio
qualunque, privato o allevatore’’ designa per l’accoppiamento,
non nega l'accoppiamento del ''prescelto''. Per questo ed altri
superficialissimi motivi, dati dalla limitata profondità
di coscienza e conoscenza del giorno d’oggi, ci ritroviamo
a combattere una realtà di esubero di Cani di tutte le
razze e non, e l’insana struttura psico-fisica di molti
di essi (causa ne è il pressapochismo umano, la carenza
di personalità che dirige l’umanità verso
atti voluti per colmare disagi, sconfitte e desideri di affermazione,
nonché per ragioni di puro commercio, riferendomi sia
a chi specula sulle nascite, sia a chi fa cucciolare per il
bisogno di diventare genitore o nonno, e sia a chi, invece di
tutelare gli Animali, celatamente incentiva la piaga della procreazione,
dell’abbandono e del randagismo – piaga preoccupante
non solo per il ‘’Mondo Civile’’ dell’uomo,
ma anche per quello ignaro del Selvatico!).
Piaga odierna, ora come allora!... i furbi
ci sono sempre stati, e infatti, a quel tempo non tutti furono
tanto onesti da adeguarsi alle regole (e l’allevamento
inconfessato non cessò mai di esistere), e oggi, o dovrei
dire, soprattutto oggi, la nostra cinofilia è vittima
del putridume. Tutto ciò compromette il benessere sanitario
fisico e psichico dei soggetti allevati solo per fini commerciali.
- Di
ciò che accadeva all’epoca, non posso parlare
perché non ero ancora nata, ma i dati riportati
in ogni lettura, in ogni documento della Razza del Cane
da Pastore Tedesco, parlano da soli; di oggi posso dire
con certezza che il Pianeta Cane in generale, e le
razze di moda nel particolare, hanno un’esponenziale
di commercio che supera di gran lunga i numeri
e le quote delle società finanziarie; e quel che
è più grave, è che ‘’la
coltivazione di Cani senza controlli medici e senza controllo
fiscale’’, porta solo ad avere soggetti
potenzialmente malati, e manca di rispetto
a tutti coloro che con il proprio lavoro dichiarato, partecipano
debitamente ai doveri fiscali nei confronti dello Stato.
Non che io sia legata al mito della razza ariana, e condivida
tutto quello che fanno gli allevatori, riguardo alla cinofilia,
e/o tutto ciò che dice chi ci governa, ma, in primis,
sono legata alla sanità fisica e mentale delle
linee di sangue, per permettere una vita serena ad esseri
viventi che non hanno chiesto di nascere e che non sono
neanche Figli di Madre Natura, bensì l’elaborazione
genetica fatta da noi uomini che ci sostituiamo senza
falsa modestia a Dio; e in seconda battuta non tollero
la frode né nei riguardi delle persone, né
nei riguardi di una coscienza patriottica!!!
- Per moda intendo sia razze nuove che
affascinano tutti, a cominciare soprattutto dagli sprovveduti
e da coloro che non riescono a realizzarsi in altro modo
che non sia l’espressione animalesca di chi portano
al guinzaglio in bella mostra, sia razze da sostituzione
affettiva - sostegno psicologico, e cioè
tutti quei Cani che vanno dalla taglia piccolissima a
quella grande, dal carattere furoreggiante di alcuni (che
viene interpretato come difesa del Compagno umano, non
pensando quest’ultimo, che invece sono abbai e ringhi
da ‘’aiuto aiuto lasciatemi stare che mi fate
paura’’ o in parole più semplici ‘’al
ladro al ladro!’’ - oppure sono interpretati
come scompenso psicologico che non è altro che
l'identificazione nel ''poverino'', di una deficenza mentale/della
personalità, del proprietario), oppure che mostrano
(altri poverini) occhi tondi e supplichevoli (già
la palpebra abbassata e ciondolante non dà un’espressività
goliardica al soggetto, bensì molto remissiva,
figuriamoci quando si vuole leggere in quella piega della
pelle, un serbatioio di frustrazioni); e senza dilungarmi
ancora, semplifico con il radunare nelle scelte preferite:
tutti quei soggetti che stimolano sensazioni particolarissime
a chi sceglie di accoglierli con sé.
- Riprendendo il discorso sul commercio: se tutti si attenessero
alle regole, potremmo passare un bel colpo di spugna sulle
tavole, e pulire come si deve la sporcizia che gira nel
mondo della cinofilia. A cominciare dal mercato nero,
dagli accoppiamenti casuali, dall’ignoranza nel
non sapere che sul pedigree di ogni soggetto c’è
tutto il suo trascorso fisico e psichico e che il prezzo
di un Cane ha valore per la selezione che c’è
dietro.
- È vero che l’amore non si compra, ma comprando
un Cane da chi alleva con il cuore, si limiterebbe fino
all’estinzione, il MERCATO SEGRETO, IL MERCATO DEL
PARCO E DEL VICINO DI CASA, che portano spesso AL RANDAGISMO,
e ALLE LOBBY CHE RUOTANO E VIVONO NEL MONDO DEL SENZA
PEDIGREE! Interessante
questo articolo! |
Fermo restando che la serietà di chi alleva
deve essere ‘’IMPECCABILE’’!
E in merito a quest’ultima frase evidenziata,
vorrei sapere quanti di coloro che si professano ‘’professionisti’’,
prima di decidere per l’accoppiamento di due elementi,
oltre alla certezza di aver scelto due soggetti esenti da displasia
alle anche e ai gomiti, si accerta su malattie tipo la mielopatia,
del quale il Cane da Pastore Tedesco è affetto. Per non
chiederlo poi agli apprendisti allevatori amatoriali e privatissimi,
che forse hanno due soggetti con pedigree (che poi forse neanche
ce l’hanno) e forse dichiarano la cucciolata all’E.N.C.I.
– per noi che viviamo in Italia – (e forse neanche
lo fanno perché non hanno voglia di pagare la quota di
iscrizione). Per non chiedere poi se, hai visto mai i due Cani
non avessero pedigree, se sanno se fra loro esistono delle consanguineità
troppo strette che possono essere pericolose (c’è
chi fa accoppiare anche Fratello e Sorella!). E ancora per non
chiedere quanti di loro, assistono le Mamme durante il parto,
quanti le alimentano adeguatamente durante la gestazione e nel
periodo dell’allattamento, quanti non le usano come macchine
sforna soldi facendole partorire ad ogni calore e quanti le
lasciano con i cuccioli per il primo periodo ‘’basilare
per l’equilibrio psico-fisico, dell’attaccamento’’
(alcuni, le lasciano fino allo svezzamento e poi togliendole
dalla cucciolata, danno loro degli ormoni per averle di nuovo
in estro pronte per un nuovo accoppiamento. E … E basta,
qui mi fermo altrimenti esco dal tema per entrare in un’arringa
che non avrà verdetto …
Lasciando da parte polemiche e dispiaceri, riprendo il discorso
della selezione del Pastore Tedesco (parlo proprio della Razza),
riportando una notizia sul razzatore n. 1: voci di corridoio
narrano che nel 1881, presso il Giardino Zoologico di Stoccarda,
ci sia stato un accoppiamento particolarissimo, giustificato
‘’per fini scientifici’’, fra un Cane
che ancora non si poteva chiamare Pastore Tedesco, poiché
il tempo risale a prima della nascita vera e propria della Razza,
ma comunque un soggetto nato per quella selezione, con un Lupo
di media taglia … da questa cucciolata nacque il bisnonno
di Morés Plienigen (madre di Hector von Schwaben x Horand
von Grafrath)
Domanda:
Sarà per questo motivo che si usava spesso chiamarlo
con il nome di Cane Lupo? … no, forse non era per
questo motivo che lo chiamavano così, forse il
suo appellativo derivava da una particolare somiglianza
con il Progenitore Selvatico o forse dal film ‘’Zanna
Bianca’’, dove tutti ricorderete il bellissimo
Pastore Tedesco protagonista del film che riprendeva le
gesta dei cercatori d’oro nei Paesi dei Ghiacci.
Quale che sia la motivazione, devo essere sincera, anche
io da bambina, riconoscevo il Pastore Tedesco non con
il suo vero nome ma con quello di Cane Lupo, e con quello
di Cane Poliziotto, data la sua onnipresenza nelle Forze
dell’Ordine.
Fra i video
che girano su internet, proprio riferendomi a quest’ultimo
soprannome, ne ho trovati alcuni veramente storici Per
approfondire questo evidenziato vai alla pagina dei Video
Storici
In più
aggiungo il link dello storico film ‘’Zanna
Bianca’’
E del suo collega
‘’Rintitin’’
E del "Poliziotto
a 4 zampe" Jerry Lee
E visto che
siamo in tema cinematografico, inserisco anche ‘’Il
Commissario Rex’'
Parlando di
film, Strongheart fu il primo Cane da Pastore
Tedesco della storia, ad essere impiegato in cinematografia
– alcune frasi divertenti dal libro ‘’Into
the Wild Town’’ - Strongheart -
Per approfondire questo evidenziato vai
alla pagina della Cinematografia
|
Cane Lupo, Cane Poliziotto e anche Pastore
Alsaziano e German Shepherd Dog.
Pastore Alsaziano – quando ero bambina, le credenze
popolari lo individuavano nel soggetto di taglia più
grande del normale e con il manto lungo; non sapendo ‘’noi
del popolo’’ che il manto lungo poteva essere una
caratteristica del Pastore Tedesco cosiddetto ‘’puro’’,
credevamo fosse la verità; in seguito seppi che, si era
un Pastore Tedesco ‘’puro’’ anche il
soggetto con quel manto, ma che era stato tolto dalla selezione
per la tessitura fragile, la poca impermeabilità e la
muta eccessiva; il manto lungo era quindi un difetto per la
Razza, e lo era in tutta la Germania tranne che nella regione
dell’Alsazia – dove invece era tenuto in considerazione.
Ad avvalorare la tesi della non accettazione del pelo lungo,
altre voci, di un periodo meno lontano, mi sembra di ricordare
dicessero anche che, soggetti con tale manto (solo quelli allevati
in Germania), non avevano diritto nemmeno al pedigree.
Fra i disconosciuti, nella selezione cadeva
ugualmente il soggetto con il manto Bianco.
Il colore del Pastore Tedesco preferito da
Stephanitz, credo che sia sempre stato il Grigio (probabilmente
perché il più vicino a quello del Lupo, con tutto
quel che comporta in qualità di carattere), colore però,
che quando la Razza era impiegata come forza operante nel Gregge,
poteva far confondere gli individui con i Lupi; sembra che questo
bastò per cercare di selezionare un colore diverso e
a ridare peso anche al Bianco. Il Pastore Tedesco Bianco si
miscelava con le Pecorine e poteva essere di maggior utilità.
Seppur la motivazione sul Bianco fosse più che valida,
il successo e la logica non diede ragione alla continuazione
della sua considerazione e selezione, e benché il Bianco
facesse, oltretutto, parte dell'albero genealogico del Pastore
Tedesco da sempre, visto che il Padre di Horand era Bianco,
si arrivò al suo completo abbandono. Alcuni dicevano
che era un colore non colore, una depigmentazione. Non avendo
fatto studi genetici, non posso dire si o no, ma posso chiedere:
‘’se fosse stata una depigmentazione, non avrebbero
dovuto avere, i Soggetti Bianchi, il naso e le unghie rosa,
così come pure il contorno degli occhi?...
Altre voci dicevano che, essendo mutate le sue mansioni di impiego
(da guardiano/conduttore del Gregge, a Cane/soldato - 1915)
era un soggetto troppo visibile e perciò più dannoso
che utile.
Chissà se è per questo motivo che il Nero Focato,
divenne il preferito da tutti.
La moda, la richiesta, il mercato fecero il loro ‘’decorso’’
dando vita ad un ‘’Pozzo di San Patrizio’’.
Tornando all’Alsaziano, altre voci indicavano
invece la nomina dovuta alla forza politica emergente di quell’epoca,
e all’antigermanesimo che stava crescendo. Questo portò
alcune popolazioni a rifiutare qualsiasi termine che assomigliasse
a ‘’tedesco’’, e fu così che
dettero a questo Cane il nome di una regione della Germania
e non dello Stato Tedesco.
German Shepherd Dog, trova praticamente la sua similarità
in questa motivazione, e ancora oggi in Inghilterra e negli
USA, la Razza è così conosciuta.
(chiedo scusa per un piccolo fuori
luogo – sorrido per non piangere, pensando agli Inglesi
che invadendo l’America, hanno colonizzato i suoi vasti
territori rubandoli con la forza e l’inganno alle Popolazioni
autoctone; e loro, proprio loro che hanno messo su, insieme
ad altri invasori ‘’gli Stati Uniti d’America’’
sul sangue della Gente Natia, abbiano orrore della Dittatura
Fascista… Perché loro sono stati buoni? E ancora
oggi, per non parlare anche di quello che hanno fatto in Africa
e dalla quale Africa senza alcun rammarico hanno deportato gli
Schiavi Neri, sono buoni?! … … …)
Il Pastore Tedesco, in continua ascesa popolare,
sotto la direttiva del suo creatore e del team a lui fedele,
con la crescita del movimento politico nazional-socialista,
purtroppo subisce una grave manovra politica, mettendo nel 1935,
Stephanitz, in condizioni di abbandonare la presidenza. Molti
membri della S.V. avevano aderito al Partito, e, forse per non
congruenza di ideali con quelli di Stephanitz, quest’ultimo
doveva essere messo alla porta.
Il Capitano Friedrich Emil Max von Stephanitz ci lascia
l’anno seguente.
Nostra fortuna, è stata quella del suo
lascito scritto, un importantissimo documento: "Der
Deutsche Schäfehunde in Wort und Bild"
- ''Il Cane da Pastore Tedesco in parole ed illustrazioni''
- dove sono riportate tutte le note sulle sue attività
cinofile, l'evoluzione del suo lavoro, le esperienze sulla genetica
che hanno portato a selezionare la Razza, ecc. - il tutto arricchito
da illustrazioni e disegni effettuati di suo pugno.
Visto che abbiamo toccato i colori del mantello
del Pastore Tedesco, aggiungiamo anche il Nero, il rarissimo
Blu e l'ancor più raro Fulvo.
Nella mia vita, ho visto solo due Fulvi nel 1991, a Roma, nel
Centro Cinofilo dove ho iniziato a muovere i primi passi nel
Pianeta Cane; erano Padre e Figlio. Ricordo Docet dirmi di guardarli
bene, perché difficilmente avrei potuto vederne ancora.
E per me così fu. Paolo invece ne vide un altro nel 2004,
nel canile di Muratella sempre a Roma. Poi mai più nemmeno
lui. Il Fulvo è un colore recessivo che credo sia stato
accuratamente evitato ... per quali ragioni non lo so. Quelli
che conobbi io, li ricordo bravi, tranquilli e attivi se stimolati.
Un pochino più riservati degli altri ospiti del Centro,
però poteva anche essere che fossero intimoriti. Sinceramente
è passato troppo tempo da allora e non ho che ricordi
un po’ vaghi.
Sempre in quel Centro, ho avuto la fortuna di conoscere una
femmina Blu, molto molto buona e giocherellona in maniera tranquilla.
Poi ne arrivarono in visita altre due – Mamma e Figlia
– nella nostra Scuola nel 1998. Anche loro buonissime
e di una socialità estrema, neanche fossero Golden Retriever.
E l’ultima, è adesso ospite in casa nostra! …
leggendo un annuncio postato da un’amica, la vidi. Dalla
foto non mi era sembrata Blu, ma comunque mi aveva colpito in
modo davvero penetrante. La sua storia è una delle tante:
di proprietà di persone che la facevano vivere in
strada, trova finalmente casa da una signora; con lei vive momenti
magici, ma poi un giorno la favola finisce, la signora muore
e i suoi figli rimettono in strada la Blu. Arriva l’appello…
scoppio in lacrime … sarà stato forse il momento
un po’ più triste degli altri o sarà stato
che questo è mio pensiero fisso ‘’se capita
qualcosa a Paolo o a me, che fine fanno tutti i nostri Cani?’’
… cerco di trovarle subito una casa … beh la faccio
breve, dopo dieci giorni era nel nostro giardino, amalgamata
con un Gruppetto di senza tetto che un anno fa ci avevano chiesto
asilo politico. All’inizio era spaesata, si vedeva la
sua indole docile, ma le insicurezze che aveva assorbito, non
le permettevano di rilassarsi. Ora sono due mesi circa che vive
con noi e sfido chiunque a riconoscerla. È buona, giocherellona
e un po’ chiacchierona, ma rispecchia in toto le caratteristiche
del suo colore. Maybe la Blu!
Caratteristiche di colore!
Si, c’è una relazione fra i colori
del manto e il carattere.
Quali?
Generalizzando un po’, questi:
Grigio – nascendo il
Pastore Tedesco di questo colore ed essendo stato selezionato
a suo tempo, per essere operativo, il colore Grigio, è
lo specchio delle linee di sangue da lavoro, sicuramente meno
belle a livello estetico rispetto a quelle da show riconosciute
nel Nero Focato, ma decisamente più portate a svolgere
dei compiti.
Con l’avvento del Pastore Tedesco come ‘’moda’’,per
l’appunto con l’indirizzo verso il colore Nero Focato,
la linea di demarcazione si è fatta praticamente netta,
e abbiamo dovuto aspettare fino al 1998 per avere nuovamente
un Auslese Grigio riconosciuto nel nome di ‘’Timo
Vom Berrekasten’’, il bellissimo grigio figlio di
Wanko Lippischen Norden (Quanto Coroninas) - giudicato nel 1997,
65° M.B. in Classe giovanissimi da Rudiger Mai e poi, 6°Auslese
nel 1998 e vice-Sieger nel 2000 da Peter Meßler.
(tratto da http://alquati.blogspot.it/2013_09_26_archive.html)
Timo Vom Berrekasten
Tornando alla storia, la scelta di cambiare
da Grigio a Nero Focato fu dettata, si racconta, dalla troppa
somiglianza con il manto del Lupo: riconosciuto da secoli come
il nemico pubblico N1, non era probabilmente saggio che un Cane,
somigliante in molte fattezze al Selvatico, potesse sembrare
la copia esatta del suo alter-ego (copia si fa per dire, anche
se al tempo della selezione, il Cane da Pastore Tedesco, aveva
delle linee diverse da quelle attuali). Un po’ la stessa
motivazione data dai Francesi e dagli Inglesi nel non voler
identificare questa Razza con un appellativo che contenesse
una parola rinnegata, padrona di un concetto anti-democratico
- Tedesco / Lupo - entrambi identificati da moltissime genti,
come pseudonimo di dittatura e malvagità.
Preferisco credere perciò, che la scelta di cambiare
colore del manto, ebbe un’altra motivazione, data più
dalle sfortunate circostanze che potevano crearsi in un contesto
bucolico, confondendo i Lupi con i Cani e uccidendo questi ultimi
per errore.
Anche se questa seconda ipotesi, la posso capire e la preferisco,
non ne condivido comunque l’idea di base che voleva si
desse il via alla caccia di un Animale che per ‘’anni’’
ci ha condotto per mano nelle vie della Natura e a cui dobbiamo
molto della conoscenza delle cose che sappiamo fare, e che,
oltretutto, altro non è che il Padre dei nostri Cani.
Non voglio assolutamente entrare in una polemica sul pensiero
dell’uomo nei riguardi dei Lupi, voglio però catturare
l’attenzione su un fatto eclatante: se il Lupo abitante
in talune zone, ha/aveva una certa colorazione, è sicuramente
perché Madre Natura lo ha così ritenuto idoneo
per la sopravvivenza; se tale colore rispecchia determinati
comportamenti, i soggetti che sono vestiti di un manto lupino,
devono rispecchiare loro stessi comportamenti similari.
(Il colore del manto è legato anche alla possibilità
di mimetizzarsi con l’ambiente, e se tanto mi da tanto,
ancor più sono dell’idea che il manto ci permette
di conoscere il ruolo del soggetto).
È vero che con la selezione delle specifiche psico-fisiche,
l’uomo ha dato diverse impronte ai nascituri, però
ciò non toglie che in linea generale i Grigioni sono
sempre i Grigioni, motivo per cui nelle prove sportive caratteriali,
sono loro i soggetti ad essere più ricercati.
Senza sminuire il Nero Focato o il Nero, voglio solo precisare
un fatto: qualità come equilibrio e forza - completezza
- è più facile trovarle in un Grigio più
che in un Nero Focato o in un Nero; e il motivo non è
da ricercare solo nelle linee di sangue;o meglio, le linee c'entrano,
ma se la selezione ha spinto più verso alcuni soggetti
che verso altri, un motivo ci sarà.
(Lasciando fuori dal discorso chi concentra
la propria attenzione unicamente su talune caratteristiche psicologiche
che danno vita a soggetti non del tutto in equilibrio).
Esaltando i Pastori Tedeschi Grigi, non intendendo dire quindi,
che se hanno un altro colore non valgano nulla o che servono
esclusivamente per farsi dire da un passante ‘’che
bello il tuo Cane!’’ se possiedi un Nero Focato;
e se ne possiedi uno Nero‘’è un Belga o un
incrocio con un Belga il tuo Cane?’’, perché
anche in quelle colorazioni troviamo ugualmente soggetti più
che degni di lode.
- volevo solo specificare che, generalizzando, il Grigio
è il Cane da lavoro per eccellenza -
Per lavoro intendo una forma di addestramento che sviluppa le
doti caratteriali dei soggetti, altrimenti inespresse.
Per il lavoro, ho purtroppo una deviazione mentale che mi porto
dentro dal momento in cui ho iniziato a muovere i primi passi
nel Pianeta Cane; è forse per questo motivo che sposo
appieno la frase di Stephanitz:
“L’allevamento del Pastore Tedesco
è l’allevamento di un Cane da lavoro,
o non è allevamento del Pastore Tedesco”.
Importante da notare: la tonalità
della colorazione e le sfumature (stessa nota vale anche per
il Nero Focato), nonché la marcatura di collari (se ci
sono), le linee scure su tutta la lunghezza della colonna o
la zona della sella, e la presenza più o meno marcata
delle focature rosse o bionde. – non tralasciando comunque
di ricordare che, non essendo una regola specifica ma generale,
possono esserci soggetti provvisti di manti particolarissimi
che sotto la pelliccia non sono quello che l’apparenza
vorrebbe che siano – esempio: si diceva un tempo che le
Ragazze Bionde erano tutte cretine! NON ERA VERO!!! –
Tornando alle marcature… perché
dico questo?
Perché le marcature evidenti, le colorazioni forti così
come omogeneità scura, danno indicazioni sul carattere
dell’individuo.
Simpatico e utile da osservare come, più il manto sia
scuro, più il carattere sia forte di particolarità,
senza per questo dire che il chiaro non valga nulla; è
solo però che l’essere scuro, sembra dia una scintilla
in più, che concede un pizzico di amplificazione alle
espressioni caratteriali.
Basti pensare che: il Grigio può nascere grigio (variazioni
di sfumature a parte) o quasi totalmente fulvo (colorazione
del sottopelo); ancora cucciolo,la colorazione del manto può
cambiare facendosi più chiara, fino anche ad arrivare
al fulvo completo mantenendo una maschera scura sul muso (in
molti confondono questi piccoli di Pastore Tedesco con Pastori
Belga Malinois); mano a mano che il cucciolo cresce, il manto
si scurisce nuovamente; e in alcuni soggetti dal carattere molto
particolare, il Grigio diventa sempre più scuro.
Sarà per questo che la personalità
del Fulvo e del Blu è molto più tranquilla?
‘’In che senso?’’ …
o ‘’che c’entra?’’… vi chiederete.
Mi spiego: per prima cosa bisogna sapere che
il Fulvo e il Blu sono colorazioni recessive (il Fulvo è
recessivo anche nei confronti del Blu); i caratteri dei soggetti
con tali colorazioni,pur essendo Cani giocosi e vitali, sono
un po’ meno completi rispetto a quelli con uno degli altri
tre colori (che pur fra loro mantengono delle diversità);
il loro colore, per ciò che riguarda il Fulvo,è
paragonabile a quello del sottopelo delle colorazioni Grigie
e Nero Focate, e il Blu non è altro che un Nero Focato
scolorito.
Già solo con queste piccole riflessioni è facile
pensare che i soggetti con così ‘’tinti’’,
abbiano qualcosa di meno rispetto agli altri che si può
raggruppare più facilmente in un diverso ruolo che non
ha ragione di arrivare alla ‘’presidenza’’!
Nota: esco un attimo dal
discorso Pastore Tedesco per portare un esempio di un’altra
Razza che nasce dall’unione del Pastore Tedesco con il
Lupo; parlo del Cane Lupo di Saarloos, incrocio voluto per fortificare
l’oramai indebolito sangue del Genitore Cane ‘’…
il Saarloos, è in grado di cambiare colorazione del manto,
nelle sue sfumature, a seconda della situazione / stato d’animo
in cui si trova; questo non vuol dire che è una cartina
al tornasole o un Geco, ma solo che se non si sente in forma
o il suo ruolo all’interno del Branco deve cambiare in
meno o comunque non vuole noie (per dirla in termini umani),
le sfumature della sua colorazione si sbiadiscono un po’,
lasciano cioè posto a tonalità meno forti; in
questo modo sono meno appariscenti…ed esse torneranno
ad essere più marcate, nel momento in cui il tal soggetto
sarà nuovamente attivo per quella particolare tonalità
e pezzatura o striatura.’’
Rifletto: ‘’se sono chiaro, e per
forza di cosa mi trovo allo scoperto, il mio manto chiaro rimane
meno visibile di quello scuro … i cuccioli Grigi, prima
di compiere i primi 2 mesi di vita possono essere completamente
Fulvi, il che mi riporta al Fulvo proprio come colorazione e
alla sua particolarità caratteriale. Il Fulvo lo collego
quindi a soggetti più pacati rispetto agli altri; al
colore del sottopelo dell’adulto, che rimane chiaro (colore
del pelo che protegge ma che non può essere quello più
manifesto); e al colore del pelo del cucciolo Grigio in fase
molto infantile.
… perché il sottopelo è
chiaro?
... probabilmente un biologo o un allevatore serio mi saprebbe
rispondere in maniera tecnica, per ora io lo collego al carattere
e alle fasi della crescita, che credo possano essere molto indicative
come dati di riflessione!’’
Parlando ancora del Grigio, vorrei sottolineare
che essendo il colore del Papà Selvatico, egli mantiene
più delle altre colorazioni, caratteristiche complete.
Il Grigio è infatti il Cane da Pastore Tedesco per eccellenza;
di lui non è facile trovare linee che mettano in luce
una perfetta linea rappresentativa dello standard della bellezza,
ma tutto ciò che di bello non mette nella struttura,
è sicuramente funzionale sia dal punto di vista della
resistenza a stress fisici, che a quelli psichici.
Anche la tonalità del colore la dice lunga sul carattere
dell’individuo e più essa è scura, più
ci dà notifiche sulla particolarità dello specifico
soggetto.
Sempre senza nulla togliere al Nero Focato
e al particolarissimo Nero!
Nero Focato – al perchè
sia nato, una risposta abbastanza convincente l’abbiamo
trovata, e ad essa possiamo aggiungere che, forse, il colore
del Lupo, il popolo non lo voleva a prescindere; voleva probabilmente
un Animale che un po’ gli somigliasse perché il
Lupo è comunque sempre l’emblema della forza, però
avere un Lupo al guinzaglio o come compagno di lavoro e di vita
non era sufficientemente morale (opinione mutata da qualche
anno a questa parte visto il grande sviluppo del ‘’Mercato
Cane Lupo’’, ossia, il Lupo buono
di San Francesco ben diverso da quello cattivo di Cappuccetto
Rosso, due Lupi appartenenti a concetti di crescita e sviluppo,
inviati ai lidi opposti, a corsi di vita fatti di bontà
e caramelle in contrasto con quelli specifici stracolmi di onori
e oneri…! – tale diversità di concetti, porta
comunque a un danno che non discolpa il Lupo e non gli rende
merito, perché commercializzando l’idea del Lupo
Buono, nell’uomo si cancella la differenza emozionale,
la spinta che genera le azioni e dà vita agli squilibri
e chi prende con se un esemplare di razza Ibrida di Lupo, invece
di rispettare le sue linee genetiche, lo tratta come un Cane
normale o come un Trudino!)
Il Nero Focato, possiamo distinguerlo in molte
tonalità e percentuali di sfumature.
È utile saper riconoscere nel soggetto più scuro(con
più presenza di manto nero), un Cane con doti particolarmente
spiccate; siano queste unicamente di temperamento o complete
verso la soglia più alta.
Il Pastore Tedesco che tutti noi di un certo
millennio, abbiamo amato e sognato, è di certo il Nero
Focato, anche perché la televisione dell’epoca
trasmetteva in bianco e nero, e non potevamo sapere che il Mitico
Rin Tin Tin era in realtà un Grigione!
Il Pastore Tedesco che ci ha entusiasmato, era un Cane dalla
schiena dritta, poco angolato, serio e fedele, e siccome le
Favole sui Lupi cattivi si raccontavano ancora, il Cane delle
Famiglie non poteva avere che un colore che lo distinguesse
dal ‘Cattivo’’. Ho conosciuto il Cane Lupo,
quindi con la sella nera e le zampe focate, e solo con il corso
degli anni, ho potuto assaporare tutte le varie tinte (più
o meno marcate) che si andavano delineando.
Dalle tavole da stiro (purtroppo era un classico questa specifica),
siamo arrivati ai Pastori con il posteriore a carriola e le
focature rosse. Per carità, un movimento al trotto bellissimo,
elegante…e da fermi, delle statue…ma non credo siano
loro i Pastori Tedeschi che Stephanitz sognava e di certo non
quelli del mio passato, come non sono loro i Figli dei miei
Grigioni e dei miei Neri.
Sempre a causa della mia deviazione mentale per il lavoro, pur
capendo che la struttura è importante e che anche l’occhio
vuole la sua parte, per me il Cane Poliziotto sarà sempre
‘’una tavola da stiro’’: dritto, poco
angolato, con un fisico atletico e una gran testa!
Da quando iniziai a lavorare con i Cani ad
oggi, ho potuto constatare che il colore del manto, o meglio,
l’intensità della colorazione, ci svela segreti
della personalità: Baloo, Nero Focato, strutturato esattamente
come i Pastori della mia infanzia, era il più equilibrato
della cucciolata; suo Fratello Bagheera, Nero Focato anche lui,
più vicino alle fattezze del Pastore più moderno,
senza però cadere in nessuna esagerazione, aveva il manto
più scuro di Baloo, molto più nero era presente
in tutto il corpo e le focature più rossicce. Bagheera
aveva una curiosità e una carica dentro che…che
il Fratello saggio non gli stava dietro. Baloo lo teneva a bada
e lo riconduceva sulla retta via ogni volta che Baghy cercava
di fare di più; la saggezza del comportamento di Baloo
mi spiazzava ogni volta, così come anche la determinazione
di Bagheera. Accanto a loro il piccolo PeterPan (piccolo si
fa per dire, era piccolo solo per ruolo…), Grigio Lupo,
era sopravvissuto alla nascita per pura forza caratteriale e
il suo fisico non lo ha mai assistito molto. Lui deve tutto
alla sua grande personalità e alla pazienza di Baloo
che lo ha protetto e sopportato per molti anni.
Da loro tre nel particolare, e da Ciro, linee di sangue da bellezza,
e Aleu, stesso allevamento di Ciro, e da Gretel (anno 1989 –
per cui molto molto tempo prima rispetto a questi ultimi nominati),
bellezza e lavoro si erano splendidamente uniti(un po’
una rarità, ho avuto la fortuna).
- Di loro e di tutti gli altri avrò piacere nel tempo,
di parlarne nella sezione del ‘’Diario’’
-
Per entrare un pochino più specificatamente
nelle caratteristiche del colore collegato al carattere, devo
usare un concetto che ho trovato scritto su internet –
art. tratto da WaggingWeb – ‘’il Pastore Tedesco
da lavoro serve per mantenere le linee di sangue e per svolgere
un certo compito; il Pastore Tedesco da bellezza (da show) serve
per avere un Cane affidabile e tollerante; il Pastore Tedesco
da sport serve per vincere.’’ (- quest’ultima
affermazione rispecchia purtroppo la realtà della nostra
cinofilia, ove tutto è finalizzato a vincere… -)
Distinzione delle linee di sangue che danno le principali differenze!
... possiamo dare un aiuto in più dicendo che più
il tono del colore tende allo scuro più il soggetto emerge
in esuberanza, più la pezzatura è omogenea, più
ci sarà fermezza di tendenza, più il colore tenderà
a tonalità basse (non accese), più il Cane sarà
in equilibrio tollerante.
Quando nel 1992, Paolo decise di iniziare a conoscere uno sport
diverso dall’utilità con la sua Alfa, chiese a
Massimo Perla (con il quale avevamo un buon rapporto di amicizia
che con il tempo si è trasformato in forma di rispetto),
se, secondo lui, Alfa era idonea per l’agility (a Paolo
piaceva molto questo sport, perché usciva dagli schemi
militari dei brevetti di lavoro e dava sfogo all’interpretazione
personale), Massimo gli rispose che essendo Nera, poteva fare
qualunque cosa.
Eh si! Il Nero è indice di massima esuberanza!
Nero –Roland von Starkenburg.
1903 il primo soggetto di colore nero che Stephanitz
da subito additò come ‘’molto particolare’’.
Nasce il 1° novembre, e non solo Stephanitz nota una particolarità
in quel cucciolo; con il crescere, giorno dopo giorno, il suo
carattere si mette in luce e ancora oggi, si additano i Pastori
Tedeschi di colore Nero, come soggetti di temperamento alto,
superlativamente duttili poiché attenti e presenti ad
ogni più piccola variazione. Da non confondere quest’ultima
particolarità come un segnale di parziale nervosismo,
perché (eccezioni a parte come accade in tutte le cose),
non è l’eccitabilità dei nervi ad evidenziarsi,
ma la briosità e la brillantezza dell’interesse.
In merito al mito del Nero, ancora oggi, si dice che la linea
di Roland, la sua impronta, sia presente anche nei nostri Pastori.
In casa abbiamo avuto ben 4 Neri: Alfa Von
Grauen Stern; Thika di Oroval; Simba di Oroval; Navar.
Quattro esemplari provenienti da linee si sangue da lavoro;
tutte storiche e tutte particolari nelle peculiarità
– Alfa / forza, saldezza di nervi, determinazione; Thika
/ forza, temperamento, aggressività, determinazione;
Simba / forza, temperamento, duttilità; Navar / forza,
docilità, duttilità.
A loro modo, diversi e uguali nella forza caratteriale, non
interpretata esclusivamente come posizione/ruolo gerarchico
di elevato livello, bensì come capacità di adattamento
a situazioni particolari che uscivano dalla quotidianità.
- Di loro e di tutti gli altri avrò piacere nel tempo,
di parlarne nella sezione del ‘’Diario’’
–
Blu – all’inizio,
i cuccioli di questo colore venivano eliminati; solo più
tardi si cominciò a dar loro la possibilità di
mostrare chi fossero. D’altronde il Blu è solo
un mutamento genetico che non comporta alterazioni fisiche o
psichiche nel soggetto, e in alcune altre razze, non solo è
ammesso, ma addirittura ricercato.
Il Blu, nel Pastore Tedesco, è per le mie osservazioni
(quindi nulla di scientifico), la rappresentazione della minor
determinazione caratteriale che non va ad intaccare la vita
del Cane in senso dispregiativo, ma lo indirizza verso una tipologia
di perfetto gregario, attivo se coinvolto, tranquillo in momenti
di quiete del Gruppo; un perfetto esemplare per la quotidianità
della casa sapiens.
Nel 1960, uscendo dai canoni della logica di selezione, in
America un Blu - Hoobins Gray Boy
- è diventato campione Americano, e più recentemente
in Inghilterra, viene consigliato per la vita in Famiglia.
È un Cane buono, giocherellone ed estremamente socievole.
- Nella sezione del ‘’Diario’’,
sarà presentata la nostra Maybe -
Il Bianco –
sbarca in America! Deprezzato in Europa, si dice per via della
colorazione troppo appariscente per le zone d’ombra durante
le furtive azioni di Polizia e dell’esercito: “La
guerra (la prima Guerra Mondiale n.d.r.) portò alla luce
le migliori e le peggiori qualità dei cani e degli uomini,
e questo cane uscì dalla prova del fuoco con la reputazione
grandemente accresciuta. I tedeschi, più pronti degli
Alleati a capire l’utilità dei cani in certe fasi
della guerra, ne addestrarono un grande numero…”
(Il nostro amico Pastore Tedesco, Aldo Martello, Giunti Ed.
1974), trova nell’aristocrazia il suo punto fermo.
Horand è Figlio di un Bianco, e lui stesso ne genera
uno che diverrà il capostipite dei Bianchi della casata
regio-imperiale degli Hohenzollern. Il primo ad essere iscritto
nel libro genealogico americano non sarà però
lui, ma un altro suo Figlio.
Nel 1968 l’America, torna sui suoi passi e lo squalifica
dalla riproduzione, lasciandone traccia solo nella regione del
Canada.
Il Cane da Pastore Tedesco Bianco, non è più ammesso
se non in quella Terra.
Nel 1981, finalmente il Kennel Club canadese riesce a farlo
entrare nelle expo. Fino a farlo diventare poi, un Razza Canadese.
Il Pastore Tedesco Bianco viene cancellato dai registri per
dar sfogo al Cane da Pastore Bianco Americano-Canadese (A-C
White Shepherd).
Torna in Europa negli anni settanta, e il suo aspetto rimarca
un po’ gli standard non esagerati.
Molti lo vogliono riconosce nel Cane da Pastore Svizzero.
Un Cane bravo, di non troppo carattere, ma se se ne incontra
uno come si deve, si può apprezzare di lui, la grande
duttilità e docilità.
Ho conosciuto un Cane da Pastore Svizzero,
di ottimo carattere, accompagnato da una signora brava nella
sensibilità con il Cane ma seguita purtroppo malamente
da azzeccagarbugli vari… spero lei possa riuscire nel
suo intento di riportare dignità alla razza, anche se,
quando ti lavorano contro, non è facile proseguire!
Di norma lo Svizzero non è come quello che ho conosciuto
io, è meno sicuro, meno completo, per questo sono un
po’ scettica quando sento parlare di addestramento!
R.A.F. Dogs Aka RAF Dogs Beware - Other Colour
Pics Share This Title (1962) - https://www.youtube.com/watch?v=2Y41DE5N9QU
Grazie a Max Von Stephanitz per aver creato
"Il Cane" - httpwww.facebook.comNorwestdogsportclubvideos2635096780068256
... continua