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Due giorni con Antonio Iannibelli - due giorni da ricordare!!!

Sabato 10 e domenica 11 maggio 2014, abbiamo avuto il privilegio di conoscere Antonio Iannibelli, fotografo naturalista, amante della Natura e del Lupo da sempre, come ben descrive in maniera sentita nel suo libro ‘’Un cuore tra i Lupi’’. Un libro vivo di sentimenti puri e di una esistenza colma di quelle particolari emozioni che solo un’Alba, un volo di Uccello, un ululato o uno sguardo fugace e magicamente intenso, sanno darti.

Antonio ci ha parlato delle sue esperienze, delle sue osservazioni e di quello che i Lupi gli hanno insegnato in quei fortunati incontri avuti con Loro e il Branco della Signora e del Fantasma.

Ci ha parlato non del Lupo buono e tanto meno del Lupo cattivo, ma solo del Lupo, un Animale che non si mostra al mondo e che ha imparato a stare alla larga dalla civiltà, un Animale che è Signore del bosco tanto quanto gli Ungulati e l’intera Famiglia delle tante specie animali che vive in maniera talmente armonica e talmente equilibrata, da mostrare un livello di aggregamento così perfetto che un uomo non raggiungerà mai.

Dai racconti di Antonio abbiamo scoperto, l’importante ruolo del Lupo nella vita del bosco.
Questo Animale che le favole descrivono come un ‘’essere immondo’’ parimenti a colui che così lo dipinge ‘’l’uomo’’, è invece di grande sostegno a Madre Natura per tenere pulito tutto il territorio che gli è concesso di perlustrare.

Mi spiego.
Diversamente da quello che si pensa, il Lupo, è ben consapevole che buttarsi in un corpo a corpo con un Cervo o con un Cinghiale, o gettarsi all’inseguimento di una preda sana, non è una cosa molto saggia, perché non solo non riuscirebbe a star loro dietro, ma oltretutto rischierebbe un ribaltamento della situazione passando da cacciatore a cacciato.
Quindi, nelle sue ricerca di caccia, il Lupo si affida a prede molto particolari: essendo il bosco battuto anche dagli esseri umani, nel periodo in cui ai signori delle armi è concesso di metter fine alla scintilla della vita di esseri che non hanno altra colpa se non quella di appartenere ad una specie cosiddetta inferiore a quella eletta, Egli (il Lupo) non ha bisogno di sudare sette camicie per procurarsi il cibo, gli basta aspettare che una delle prede dei cacciatori venga ferita e non finita per avere il suo pranzo; con il passare di un po’ di tempo, quella preda si consegnerà praticamente al Lupo, tanto sarà debole e priva di capacità di fuggire e di difendersi.

Antonio ha definito in maniera confidenziale e scherzosa, il Lupo come ‘’lo spazzino del bosco’’! :)

Questa particolarità del suo modo di nutrirsi, ha acuito in lui una già efficace capacità di selezionare gli odori; praticamente, gli basta un pelo di un Animale ferito o comunque malato, per individuarlo.

Ci ha descritto una modalità di individuazione della preda nella caccia a cui, in maniera superficiale, tutti avevamo pensato ma Antonio con le sue parole ce l’ha fatta assaporare in maniera completa:

- il Lupo non sa quale sia l’Animale deficitario quando entra in contatto con il gruppo di prede individuato; si aggira intorno ad esso cercando di capire se c’è qualcosa per lui o se è meglio tirar dritto … se dovesse esserci un ‘’elemento probabile’’nel gruppo tenuto in esame, il gruppo lo terrà nel suo interno e lo proteggerà, ma se la situazione si facesse critica, Madre Natura gli dirà che non si possono sacrificare tanti elementi per uno solo … così è la vita, il debole si sacrifica.

Allacciandomi al discorso del gruppo di Cervi o Camosci o altre prede che vivono riunite in gruppi, mi viene in mente un collegamento di discorsi molto vicini alla realtà del Lupo e alla nostra, ossia l’astio profondo che molti uomini nutrono per lui quando si avvicina alle riserve di carne da allevamento.
Mi sto riferendo alle tante storie di Lupi che aggrediscono il bestiame.
Antonio ci ha illuminato anche in questo e alle nostre domande ‘’ma come è possibile credere che dei Lupi possano uccidere 200 e passa capi lasciandoli poi lì? … come è possibile che un Animale tanto saggio, possa ‘’giocare’’ in questo modo con il cibo?’’ … il nostro Ospite ci ha risposto in questo modo:

- esistono è vero delle possibilità che dei Lupi attacchino un gregge dentro un recinto, ma non sono loro ad uccidere tutti quei capi; nella confusione e nel panico che si crea, la povere Pecore, si calpestano e si feriscono l’un con l’altra in maniera molto grave; la soluzione a questo problema esiste e sarebbe anche facile attuarla; basta operare nel costruzione dei recinti in modo da renderli invalicabili per i Lupi …

- e cioè? … abbiamo chiesto.

- costruirli per non far entrare i Lupi e non per non far uscire le Pecore!

Questa frase è stata illuminante!


Con Antonio abbiamo affrontato anche il discorso della riproduzione e dei soggetti che si avvicinano alle abitazioni.

Altra frase illuminante: nella Famiglia del Lupo non c’è consanguineità!
Quando un Alfa muore, si crea disagio nel Branco, e la Famiglia sarà nuovamente completa solo quando un altro Alfa, giungerà da fuori! È provato che non c’è incesto in una Famiglia di Lupi!

Siete rimasti senza parole come me, vero?!
Affascinante!

I Lupi che si avvinano all’uomo:

- Sono Lupi giovani!

Il Lupo giovane si stacca dal Branco ma non sempre riesce a trovare l’Anima gemella, e non essendo un Animale asociale, non riuscendo ad adattarsi alla vita in solitudine, si spinge verso quei luoghi dove è facile trovare un sostentamento; da qui, il suo avvicinarsi all’uomo!

I tanti Lupi feriti o morti, trovati nelle zone limitrofe ai centri abitati, sono Lupi che vengono a chiedere aiuto. A queste parole il mio cuore si è fatto in mille pezzi … poveri Lupi! … lo so che è un pensiero tutto sapiens il mio, ma non posso negare la mia appartenenza alla specie, per cui che mi venga concesso il sentimento di pena che nutro per questi poveri Animali.
Come dice Antonio ‘’sarebbero probabilmente morti comunque se fossero rimasti all’interno del bosco, perché sono deboli’’ … ok, lo so … però visto che abbiamo la possibilità di dar loro assistenza perché negargliela? … ‘’perché così facendo pensi contro- natura’’.
È stata una doccia fredda che ha messo a nudo la mia sensibilità e inferiorità sapiens, e anche se so che lui ha ragione, se mai nella mia vita incontrerò un Lupo che chiede aiuto, non credo che potrei far finta di niente, anzi credo che farei di tutto per andare contro Natura.
Lo so è un discorso che non sta né in cielo né in terra, ma tanto non riuscirò mai a pensarla diversamente anche se riconosco la validità delle parole di Antonio.

Mentre ragionavamo su questo punto, mi sono venuti in mente i Lupi che tanti e tanti anni fa, si sono avvicinati agli accampamenti degli uomini e da come, dal loro atto, è nata una forma di unione collaborativa fra le due specie animali. Si, sto parlando della nascita della sottospecie Canis Lupus Familiaris, figlia del Canis Lupus, progenitrice dei soggetti che l’uomo ha manipolato per creare le tante e tante variazioni di variazioni di variazioni di variazioni che oggi vediamo tranquillamente (a volte più a volte meno tranquillamente) coesistere con il modernizzato uomo delle caverne, in zone molto meno naturali di come potevano essere quelle degli illustri antenati .. si sto parlando dei nostri amati Cani.


È arrivato poi un nuovo momento tanto desiderato da parte mia fin da quando Stefania, a settembre dello scorso anno, mi aveva parlato del suo incontro con Antonio Iannibelli e da allora mi stavo organizzando per incontrarlo a mia volta.
Si, finalmente è arrivato il momento di fargli conoscere i miei Cani Lupo di Saarloos.

Premessa: tutti i lettori che seguono il loro diario su internet, o che mi conoscono da un po’, sanno che non ritengo questa razza adatta alla vita cittadina, e perciò ho cresciuto i miei in maniera il più possibile naturale, tenendoli lontani dalla realtà moderna quel tanto che bastasse per permettergli di esprimersi nella maniera più istintiva che essi ritenessero utile/appropriata. Certo nei limiti dell’umana decenza, infatti vivono in casa, conoscono le persone (poche ma buone!), conoscono la macchina, il collare, il guinzaglio, il veterinario e altre cose simili, ma tutto entro determinati limiti.
Siccome non ricevo mai molte visite, Loro non sono abituati ad un approccio normale con la nostra specie, per cui ho illustrato ad Antonio e al Figlio (a cui chiedo scusa per averlo menzionato solo ora), una persona deliziosa come suo Padre, di comportarsi il più naturalmente possibile quando li avrei liberati.
Mi sono sentita un po’ in imbarazzo mentre facevo le mie raccomandazioni… Antonio praticamente vive in mezzo ai Lupi da anni e proprio io dovevo dirgli come comportarsi con dei Saarloos?! … beh si e no, perché il Lupo sa che stai arrivando da molto prima che tu te ne renda conto (se riuscirai a rendertene conto perché può capitare che passi l’intera giornata che loro ti osservano e tu torni a casa senza neanche il sentore di essere stato osservato!) e solo se vuole e se è tranquillo si lascia ammirare, altrimenti puoi attaccarti riccamente al tram che tanto lui non si rivela.
L’atteggiamento dell’uomo quando non sa di essere ‘spiato’’ è un atteggiamento sereno, ed è proprio quello che non si riesce ad avere quando si incontrano dei Saarloos; vuoi per il loro aspetto molto Lupino, vuoi per il loro fare guardingo e selvatico, vuoi perché se tutti hanno la stessa reazione che ho avuto io la prima volta che li ho visti, beh vi assicuro che è scontato rimanere con un palmo di naso imbambolati ad ammirarli.
Tutti sappiamo che fissare un essere vivente può suscitare disarmonia, quindi le mie raccomandazioni erano essenzialmente in merito a queste cose.

L’incontro è avvenuto nella normalità: ho fatto accomodare i miei Ospiti, nel giardinetto dove usualmente il Branco è abituato a vedere le persone, loro hanno cominciato a parlare fra loro del più del meno ed io sono andata a prendere il Branco.

Attenti, dalla finestra avevano seguito i movimenti e, come da copione, una volta fuori sono andati diretti nel giardinetto.
Al solito: Eowyn e Faal in prima fila, seguiti dalla scalpitante Ekra, raggiunti dall’ancora infantile e guardingo adolescente Real e da ultima a chiudere la cordata, Arowen.

Mentre i Saarloos assorbivano gli odori degli Ospiti, sono state scattate alcune foto dietro al commento di Antonio che ci diceva quanto sia incredibile l’effetto che un obbiettivo ha sulla coscienza degli esseri viventi… chi non si è mai sentito in imbarazzo davanti ad una macchina fotografica? E così anche i miei Lupini hanno mostrato un qualcerto disagio nell’essere puntati da quella strana cosa! … disagio superato per carità, anche perché i modi di Antonio e di suo Figlio sono stati impeccabili.

Qual è stato il Saarloos che più ha conquistato Antonio per il suo aspetto e il suo comportamento?
Inutile chiederlo!
Faal!

I colori, il modo di muoversi, l’approccio nella conoscenza, la maniera in cui raspa la terra segnalando la sua presenza.. tutto di lui parla di Lupo!
Certo è un Cane Lupo … ma vi assicuro che io ero al settimo cielo, Antonio Iannibelli ha ammirato il mio Faal!
… e di certo anche gli altri, colpito dalla grande diversità che esiste fra il Cane Lupo di Saarloos e il Cane Lupo Cecoslovacco, a conferma delle mie teorie in merito alla questione.


La sera abbiamo mostrato ad Antonio il nostro corto ‘’Similitudini fra Cani e Lupi’’, video che avremmo preso in esame il giorno dopo, insieme ad un altro sulle tematiche addestrative e comunicative della odierna cinofilia, deviata un po’ da riflessioni molto umane per ciò che riguarda il pensiero del Cane.

Credo che anche le nostre osservazioni abbiamo interessato lui, e di questo siamo molto contenti!


Grazie Antonio per questa meravigliosa esperienza; speriamo che non sia un fatto isolato ma che sia l’inizio di una bella Amicizia!

Con tanta simpatia e gratitudine

Barbara e Paolo

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